Il pianeta gigante che fa impazzire Tau Boötis

Situata a 50 anni luce da noi, la stella Tau Boötis subisce un’inversione del campo magnetico con una frequenza dieci volte superiore a quella del Sole. Il singolare effetto è attribuibile alla all’influenza di un pianeta gigante che ha una massa pari a sei volte quella di Giove e che orbita a una distanza molto vicina alla stella di John Matson

Il pianeta gigante che fa impazzire Tau Boötis

Il rapporto tra stelle e pianeti è solitamente a senso unico: la stella governa sui suoi sudditi celesti, li inonda radiazioni, li benedice con il calore. I deboli pianeti si limitano a prendere ciò che ottengono. Ma qualche volta un pianeta è tanto massiccio e così vicino alla sua stella che l’oggetto più piccolo può esercitare una notevole influenza sul suo vicino stellare.

E’ questo il caso del pianeta in orbita attorno alla stella Tau Boötis, Tau Boo in breve, che si trova a circa 50 anni luce dal Sole. Il pianeta gigante, che ha sei volte la massa di Giove, è stato scoperto nel 1996. Nella sua orbita Tau Boo b, nome con cui è conosciuto il pianeta, passa così vicino alla stella (meno di un ventesimo della distanza tra Terra e Sole) che trascina con sé la superficie stellare, sincronizzando così la rotazione della stella con l’orbita del pianeta.

Il pianeta gigante che fa impazzire Tau Boötis
Ricostruzione delle linee di campo di Tau Boo. (Cortesia Donati e altri/ Monthly Notices of the Royal Astronomical Society)

L’interazione gravitazionale può anche determinare un’iperattiva inversione del campo magnetico della stella. Una nuova ricerca mostra che i poli magnetici della stella si invertono su una scala temporale di un anno terrestre o meno, e così il campo magnetico torna al suo orientamento originario entro due anni. I ricercatori affermano che, a parte il Sole, Tau Boo è l’unica stella per la quale è stato documentato un ciclo magnetico completo. Ma il ciclo di Tau Boo è di gran lunga più veloce del corrispondente ciclo magnetico del Sole, che ha bisogno di 22 anni per essere completato.

La ricerca, sottoposta per la pubblicazione alle “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society”, conferma i precedenti sospetti dell’esistenza di rapidi cicli magnetici di Tau Boo, emersi sulla base di osservazioni preliminari durate solo pochi anni. “Quando si hanno solo tre punti di dati, si può dire che forse è un ciclo, ma per essere

sicuri è bene avere a disposizione più punti”, dice Rim Fares, dell’Università di St. Andrews, in Scozia, che ha presentato i nuovi dati al Convegno nazionale di astronomia del Regno Unito.

Dal 2006 al 2011, Fares e colleghi hanno tracciato il campo magnetico di Tau Boo e di altre nove stelle con il Canada–France–Hawaii Telescope a Mauna Kea e con il Bernard Lyot Telescope nei Pirenei francesi. Le nuove osservazioni sostengono l’ipotesi, avanzata da Fares e colleghi nel 2009, secondo cui il ciclo magnetico della stella duri circa due anni, ma i ricercatori non sono ancora in grado di dire con precisione quanto breve è il ciclo. “Abbiamo osservato l’inversione dopo 12 mesi. Ma in quell’intervallo di tempo sono avvenuti altri cambiamenti? Non possiamo esserne sicuri”, dice Fares.

L’attrazione gravitazionale del pianeta altera i moti convettivo del plama della stella che sono all’origine del suo campo magnetico. (Cortesia Institute for Astronomy dell’Università delle Hawaii/ Karen Teramu)

La causa delle rapide oscillazioni dell’esteso campo magnetico di Tau Boo non è stata ancora identificata, ma la vicinanza del pianeta rende convincente un sospetto. “Questa stella è interessante perché ha un pianeta molto massiccio”, spiega Fares. “Ha un Giove caldo massiccio che orbita molto vicino.” L’attrazione gravitazionale del pianeta può contribuire alle forze di taglio sullo strato convettivo della stella, il cui plasma in movimento genera il campo magnetico.

Ulteriori studi sui campi magnetici delle stelle, con e senza pianeti, aiuteranno a chiarire gli effetti che il mondo gigante Tau Boo b esercita sulla sua stella. Fares e colleghi stanno lavorando per raccogliere dati su altre stelle, ma per ora nessuna ha mostrato un ciclo di inversione magnetica così netto. “Abbiamo osservato alcuni cambi di polarità, ma la maggior parte di essi è abbastanza caotico”, dice Fares. “Penso che dobbiamo osservare molto di più per essere sicuri che ci siano cicli su quelle stelle.”
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